La Camera ha approvato il disegno di legge sulla legittima difesa: dal 26 marzo il provvedimento passerà al vaglio del Senato per la terza lettura
L’Aula della Camera ha approvato con 373 voti favorevoli il disegno di legge sulla legittima difesa. Dal giorno 26 marzo, il provvedimento passerà dunque al vaglio del Senato per la terza lettura.
Sui banchi del governo erano presenti solo esponenti della Lega, nessuno dei Movimento 5 Stelle.
Nel dettaglio, il provvedimento è passato con 373 voti favorevoli, 104 contrari e 2 astenuti.
Dovrebbero essere 25 i deputati del Movimento 5 stelle che non hanno partecipato al voto. Secondo La Repubblica, stando ai tabulati della votazione, risulterebbero 29 deputati 5 stelle in missione, 165 che hanno votato a favore del provvedimento e 25 che non hanno partecipato al voto. Tra questi ultimi, ci sarebbero anche alcuni dei cosiddetti ‘fichiani’.
Nel corso del dibattito è emersa la netta contrapposizione sulla nuova norma tra Pd e Leu da una parte e Fi dall’altra, mentre Lega e M5S hanno partecipato ai lavori evitando, di fatto, di intervenire, se non nelle dichiarazioni di voto finali.
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La Camera ha dunque approvato in seconda lettura il disegno di legge sulla legittima difesa, che modifica alcuni articoli del codice penale, del codice civile e del codice di procedura penale.
Nell’arco di qualche giorno, il provvedimento passerà al Senato per la terza lettura.
Nell’articolo 1 del ddl si modifica l’articolo 52 del codice penale in cui si riconosce “sempre” la sussistenza della proporzionalità tra offesa e difesa “se taluno legittimamente presente nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora” usa un’arma detenuta legalmente “per difendere la propria o altrui incolumità”.
La legittima difesa scatta anche qualora il ladro non abbia necessariamente un’arma tra le mani. È sufficiente la sola minaccia di utilizzarla. L’articolo 2 modifica l’articolo 55 del codice penale che disciplina “l’eccesso colposo”. Con il nuovo testo si esclude la punibilità di chi si è difeso in “stato di grave turbamento”, dovuto alla situazione di pericolo.
Per quanto concerne invece l’articolo 3 della riforma, questo prevede la possibilità di ottenere la sospensione condizionale della pena per chi ha commesso un furto in appartamento solo dopo che si è integralmente pagato l’importo dovuto per il risarcimento del danno alla persona offesa.
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Inasprite anche le pene per violazione di domicilio e furto in appartamento.
Innalzata, nello specifico, a quattro anni la pena massima di carcere per la violazione di domicilio. Quanto a furto in abitazione e scippo, si arriva fino a un massimo di sei e sette anni di carcere. Inasprite le sanzioni, fino a 2.500 euro.
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