Operazione dei carabinieri di Reggio Calabria contro il caporalato: tre persone arrestate, altre due sottoposte all’obbligo di firma, per lo sfruttamento di braccianti stranieri, pagati meno di due euro per ogni ora di lavoro
Il caporalato è una delle piaghe che ammorbano il tessuto sociale e produttivo del nostro Paese, soprattutto al Sud dove legioni di braccianti, soprattutto di origine straniera, lavorano in condizioni disumane nella raccolta di pomodori, agrumi, ortaggi, ecc. Meritorio, dunque, è l’impegno delle forze dell’ordine nel debellare tale fenomeno come attesta l’ultimo episodio di cronaca: operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, per l’esecuzione di un‘ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque persone ritenute responsabili di intermediazioni illecita e sfruttamento del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla corruzione. Per tre delle persone coinvolte sono scattate le manette ai polsi, mentre ad altre due è stato imposto l’obbligo di firma.
Reggio Calabria, tre arresti per sfruttamento braccianti stranieri. Venivano pagati meno di due euro all’ora
Secondo quanto riferiscono i carabinieri, le indagini hanno acclarato che gli indagati hanno impiegato negli ultimi due anni cittadini romeni e un maliano come braccianti in due aziende agricole dell’area pre-aspromontana retribuendoli con paghe irrilevanti, in media meno di un euro per ogni ora di lavoro, e in totale e continuata violazione della normativa sul lavoro. Nel corso delle indagini sono stati accertati anche due episodi di violenza sessuale ai danni di due braccianti romene.
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