Nuovo episodio intimidatorio contro un altro esercizio commerciale del cuore storico di Napoli: esplosi nella notte colpi d’arma da fuoco contro la saracinesca della storica pizzeria “Di Matteo”
Un altro episodio di intimidazione di chiara matrice camorristica nel cuore della notte a Napoli in via dei Tribunali: colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi contro la serranda della storica pizzeria “Di Matteo“. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia Napoli-centro e del nucleo radiomobile che hanno individuato 4 fori nella serranda del locale e rinvenuto sul selciato 9 bossoli. La pizzeria Di Matteo è un locale storico della città, rinomata tra residenti e turisti soprattutto per la specialità della pizza fritta. Nel luglio del ’94, in occasione del G7 che si svolgeva a Napoli, durante un fuoriprogramma nel corso di una passeggiata nel centro storico della città, l’allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, andò a mangiare una pizza margherita “a libretto”.
Napoli, colpi d’arma da fuoco contro la pizzeria “Di Matteo”. Il 16 gennaio scorso spari contro la pizzeria “Sorbillo”.
Stesso luogo, stessa tipologia di esercizio commerciale e così si affaccia minacciosa l’ombra del racket delle pizzerie. Sabato scorso una stesa, con nove bossoli in strada, sempre nella stessa zona. E il 16 gennaio un ordigno è stato fatto esplodere nella storica pizzeria Sorbillo di Napoli, davanti all’ingresso del locale in via Tribunali 32, nel cuore del centro antico. Un vile attentato che ha provocato un’immediata sollevazione da parte della società civile. Anche il Ministro dell’Interno Salvini, nel corso della sua recente visita ad Acerra, ne ha voluto incontrare il proprietario Gino Sorbillo per dimostrare la vicinanza dello Stato agli imprenditori che non abbassano la testa dinanzi alla prepotenza camorristica. Tuttavia Salvatore Di Matteo, uno dei uno dei quattro eredi che gestisce la storica pizzeria di via Tribunali a Napoli, minimizza l’accaduto derubricandolo ad una stesa, raid sparando all’impazzata delle babygang: ” Non è un atto intimidatorio anche perché, se lo fosse, lo avrei già denunciato. Più che è altro rappresenta un segnale che impone una risposta all’insegna della maggiore sicurezza “.
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