Inquinamento, operazione di carabinieri e guardia di finanza con sigilli alle strutture di Priolo ed Augusta, in provincia di Siracusa: gli indagati sono 19
Nuova operazione contro l’inquinamento e le emissioni inquinanti: carabinieri e guardia di finanza hanno sequestrato, in provincia di Siracusa, gli stabilimenti di Versalis nell’impianto Petrolchimico di Priolo Gargallo, Sasol di Augusta e dei depuratori Tas di Melilli e Ias di Priolo.
Secondo la procura di Siracusa, tra gennaio 2014 e giugno 2016, gli impianti avrebbero permesso l’emissione in atmosfera di “materiale inquinante e molesto”.
Gli avvisi di garanzia notificati nei confronti di persone che hanno rivestito incarichi di responsabilità nelle aziende interessate dal provvedimento emesso dal Gip sono 19.
Reati ambientali, responsabilità amministrativa degli enti ed emissione in luoghi pubblici di sostanze idonee a creare molestie.
Queste, le contestazioni dalla Procura di Siracusa alle 19 persone coinvolte nell’operazione “No fly“, così definita, nell’ambito del provvedimento di sequestro di quattro insediamenti nel polo petrolchimico siracusano fra i comuni di Siracusa, Augusta, Melilli e Priolo Gargallo.
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Inquinamento, Siracusa: sequestrati impianti di Priolo e Augusta. I dati delle analisi
Una serie di esposti e denunce hanno dato il via all’inchiesta, coordinata dal procuratore Fabio Schiavoe e diretta dai sostituti Pagano, Grillo e Lucignani.
La Procura ha nominato un collegio di consulenti tecnici che avrebbe accertato “la natura inquinante e molesta, sotto il profilo odorigeno, delle immissioni aeree degli stabilimenti Versalis di Priolo e Sasol di Augusta, e dei depuratori Tas di Priolo Servizi di Melilli e Ias di Priolo Gargallo”.
Attraverso i dati di analisi raccolti dai consulenti tecnici, questi avrebbero rilevato concentrazioni stabilmente elevate delle sostanze prese in iderazione nei rilevamenti effettuati nelle centraline di San Cusumano, Ciapi e Priolo centro.
Inoltre, ripetuti eventi di picchi elevati di concentrazioni delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati nelle centraline di Melilli, Siracusa e Augusta.
Infine, la mancata utilizzazione delle “migliori tecniche disponibili” da parte dei responsabili degli stabilimenti.
Il provvedimento, di carattere preventivo, prevede la continuità di esercizio degli impianti sequestrati, previa disponibilità dei gestori a produrre, entro 90 giorni, un programma per ricondurre nei limiti le emissioni in atmosfera e il versamento di una garanzia fideiussoria pari al costo delle opere di adeguamento che dovranno essere completate entro i prossimi 12 mesi.
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