Grillo deride un giornalista con la “zeppola”

Dopo l’incontro con Di Maio e Casaleggio, Beppe Grillo, incalzato da un giornalista affetto da blesità, lo deride: ” Dimmi tre volte esse “

Un Beppe Grillo, caricato a pallettoni dopo l’incontro con Di Maio e Casaleggio, schernisce un giornalista affetto da blesità, ovvero la c.d. “zeppola“, invitandolo più volte a pronunciare “tre volte esse“. Il giornalista, composto, ripete la domanda già fatta: “Cosa succederà a chi voterà in dissenso sul processo a Salvini?” Troppe “esse” e il comico  affonda alla sua maniera. Solo che questa volta non fa ridere nessuno, troppo facile prendersela con i lievi difetti di pronuncia di un professionista che tenta solo di fare bene il proprio lavoro che nel caso di specie è porre domande, possibilmente scomode. Ed in effetti la scivolata di Grillo, oltre che di cattivo gusto, denota tutta la maleducazione e l’arroganza di chi si sente in diritto di poter scegliere le domande cui rispondere.

Grillo deride un giornalista con la “zeppola”. Il precedente del Circo Massimo

D’altra parte Beppe Grillo non è nuovo a queste ruvidezze del linguaggio, ne ha fatto ormai un proprio marchio di fabbrica. Appena qualche mese fa, durante un comizio al Circo Massimo, a Roma, ha sdoganato ben altro: “ Siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Aspenghen…, c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo, hanno quel tono sempre uguale. E’ pieno di psicopatici”.

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