Arriva la multa di 7 milioni di euro dell’Antitrust per Sky, accusata di aver diffuso pubblicità ingannevoli sul suo abbonamento. Sotto accusa le informazioni sul pacchetto Calcio
L’Antitrust consegna a Sky una multa da 7 milioni di euro: il colosso è accusato di aver fatto della pubblicità ingannevole al suo abbonamento, in particolare al pacchetto Calcio. L’autorità garante del consumo ha chiuso l’istruttoria contro Sky, che ne ha violato il codice. Tutto è iniziato con l’avvio della stagione calcistica, quando gli utenti hanno realizzato di non avere accesso a tutte le partite di campionato della serie A. Non era chiaro, infatti, che abbonarsi a Sky non sarebbe stato sufficiente, per la spartizione dei diritti con DAZN. Si è trattato, dunque, di una pubblicità ingannevole, che non ha fornito informazioni esaustive ai consumatori che, di fatto, hanno pagato per un servizio “a metà”.
Il conto da pagare, per Sky, è una multa da 7 milioni di euro; l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, inoltre, le ha mosso un’ulteriore accusa. Non solo pubblicità ingannevole, ma anche aggressiva nei confronti dei vecchi clienti. Questi, infatti, non sarebbero stati opportunamente avvertiti della sottrazione, dal pacchetto Calcio, del 20% di partite della serie A e dell’intera serie B. Un eventuale recesso dall’abbonamento Sky avrebbe attribuito una penale ai clienti che, in alternativa, avrebbero comunque pagato lo stesso prezzo per un pacchetto monco.
Sky dovrà pagare 7 milioni di euro di multa per aver fatto pubblicità ingannevole al suo abbonamento e al pacchetto Calcio: a stabilirlo è l’Antitrust, che ne ha accertato le violazioni. Questa estate era già chiaro che qualcosa non andasse: proprio allora sono scattate le indagini sul comportamento commerciale di Sky e DAZN. Solo durante le prime due giornate di campionato, infatti, gli utenti si sono resi conto di non aver accesso a tutte le partite. Il prossimo a fare i conti con l’Antitrust, probabilmente, sarà proprio DAZN, il cui principio dello messaggio promozionale “Quando vuoi, dove vuoi” risulterebbe altrettanto ingannevole. Inoltre la piattaforma diffonde un altro principio poco chiaro, che è quello del primo mese gratuito, senza vincoli contrattuali. In realtà sussiste un rinnovo automatico per il “cliente in prova”, che deve comunque sottoscrivere un recesso per terminare l’abbonamento a DAZN.
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