Per il caso Diciotti, la Procura di Catania ha iscritto i nomi del Presidente Conte e dei ministri Di Maio e Toninelli nel registro degli indagati come “atto dovuto”. Ora invierà gli atti al tribunale dei ministri
La Procura di Catania, riguardo al caso Diciotti, ha iscritto i nomi del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli nel registro degli indagati come “atto dovuto”.
Ora, la procura invierà gli atti al tribunale dei ministri. Il Presidente e i due ministri sono accusati di sequestro di persona in concorso con Matteo Salvini.
I tre rappresentanti del governo si erano autodenunciati, depositando al Senato delle memorie in cui dicevano di aver condiviso con il ministro dell’Interno la scelta di impedire per cinque giorni lo sbarco ai 177 migranti a bordo della nave Diciotti, ormeggiata nel porto siciliano.
La Procura di Catania ha ricevuto le memorie e ha quindi dovuto iscrivere i loro nomi nel registro degli indagati come “atto dovuto”.
Nell’arco di due settimane, termini previsti dalla legge, trasmetterà i documenti al Tribunale dei ministri con le proprie richieste, avvisando i diretti interessati.
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“È molto probabile” – sostiene il Corriere della Sera – che il procuratore Carmelo Zuccaro proporrà di archiviare l’accusa, avendo fatto lo stesso per Salvini”.
Tuttavia la decisione che riguarda il Presidente Conte, e i ministri Di Maio e Salvini sul caso Diciotti, non è scontata.
Il Tribunale dei ministri ha 90 giorni di tempo per svolgere eventuali indagini e decidere se archiviare o chiedere l’autorizzazione a procedere anche per i tre nuovi indagati.
L’indagine a carico degli altri esponenti del governo, comunque, non ferma la procedura avviata per Salvini, su cui dovrà esprimersi la giunta per le Autorizzazioni del Senato.
Per la sorte del ministro dell’Interno è decisiva la posizione del Movimento Cinque Stelle, che ha deciso di rimettere la questione agli iscritti, tramite la piattaforma Rousseau. Domani, lunedì 18 febbraio questi voteranno sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini.
La decisione del Movimento, però, ha generato parecchie polemiche sia all’interno della maggioranza che all’esterno, destando una grossa quantità di critiche che vanno via via crescendo.
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