Roma, è morto stamattina all’alba Adriano Ossicini, per lunghi anni parlamentare della Sinistra Indipendente e vice presidente del Senato: ex partigiano, inventò il “Morbo K”, una falsa malattia per salvare gli ebrei ricoverati al Fatebenefratelli
È morto questa mattina a Roma Adriano Ossicini, psicologo e psichiatra, ex partigiano e per lunghi anni parlamentare: inventò una falsa malattia, il “Morbo K”, che salvò la vita a molti ebrei ricoverati al Fatebenefratelli.
Nato a Roma il 20 giugno 1920, Ossicini era uno psicologo e psichiatra e fu ministro per la Famiglia e la solidarietà sociale nel governo guidato da Lamberto Dini.
Sarà allestita in Senato a partire dalle 16 di oggi, e fino alle 20 di sabato, la camera ardente.
Figlio di Cesare Ossicini, tra i fondatori del Partito popolare, Adriano fu impegnato sin da giovane nell’ambito del cattolicesimo sociale.
Fu cofondatore del Movimento dei cattolici comunisti e fu tra i primi, tra l’altro, a imbracciare le armi contro i nazisti dopo l’8 settembre, partecipando alla battaglia di Porta San Paolo. Dopo la Liberazione, ebbe un ruolo di rappresentanza nei rapporti con Cln.
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Nel 1947, docente di psicologia alla Sapienza, collaborò con Giovanni Bollea all’apertura del Centro di psicopedagia di Roma, che fu il primo in Italia.
Nel 1968 fu eletto in parlamento come indipendente nelle liste del Pci e fu rieletto in Senato per ben sei legislature.
Dopo l’esperienza da ministro della Famiglia nel governo Dini, scelse di aderire a Rinnovamento italiano, poi alla Margherita e quindi al Pd, nel 2001.
Ossicini era ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli, sull’isola Tiberina, lo stesso ospedale in cui Ossicini entrò da giovanissimo come volontario durante l’occupazione nazista.
Lì, Adriano Ossicini si attivò per proteggere e salvare decine di ebrei che si erano rifugiati nell’ospedale per sfuggire ai rastrellamenti nel Ghetto.
Ossicini, all’epoca allievo del professor Giovanni Borromeo, il 16 ottobre 1943 accolse decine di scampati alla retata nazista in un reparto dell’ospedale.
Il suo nome è associato anche all’invenzione di una finta malattia (“Morbo di K“, K come Kesselring e Kappler) che avrebbe salvato decine di perseguitati romani dalla deportazione nei campi di sterminio.
Le SS, leggendo della malattia sulle cartelle cliniche, si tenevano alla larga da chi aveva come diagnosi quel male “contagiosissimo”.
Ossicini ha raccontato delle cartelle falsificate e dell’impegno antifascista nell’ospedale in un libro e in diverse fortissime testimonianze.
Fino all’ultimo, a chi veniva a trovarlo da ricoverato, ha ricordato quanto accaduto in quegli anni di resistenza che a lui costarono anche l’arresto e le torture.
Dal carcere uscì solo grazie all’intercessione del Vaticano.
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