Genova, società Giugiaro chiude: licenziati 32 dipendenti

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La città di Genova [Autore: Alessandro Vecchi; https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it]
La società di architettura Giugiaro, di Genova, chiude i battenti e delocalizza. A farne la spese è il gruppo dei 32 dipendenti, licenziati in tronco, che si rivolgono ora al ministro Toninelli

 

Ancora brutte notizie per Genova: la società Giugiaro, che si occupa di architettura, ha stabilito di dismettere la sede e licenziare tutti i 32 dipendenti. Chiude i battenti e trasferisce tutte le attività alla sede di Verona, a Colognola ai Colli: questo l’epilogo della “Giugiaro Architettura e Structures”. La società, nel motivare la decisione, ha puntato il dito contro i disagi connessi al crollo del Ponte Morandi, legati soprattutto agli approvvigionamenti e alle attività portuali. Non che la società, comunque, se la passasse benissimo: già nel 2016 aveva optato per un dimezzamento del personale, ridotto da 68 a 32 persone. Lo stabilimento di Genova Bolzaneto è attivo dal 2014, quando la Giugiaro rilevò dal fallimento le società Enviai e Precetti. Intimamente legata al tessuto economico del capoluogo ligure, l’attività infligge un duro colpo con la sua chiusura.

Genova, chiude la Giugiaro: la vertenza dei lavoratori

La città di Genova si appresta a vivere ancora momenti difficili: la chiusura della società di architettura Giugiaro determina il licenziamento di 32 lavoratori. Costoro hanno già proclamato le giornate di sciopero, da oggi 8 febbraio fino all’11 (lunedì). Parallemente pervengono al ministro delle Infrastrutture e de Trasporti Danilo Toninelli gli appelli dei licenziati. L’incontro è avvenuto in tarda mattinata, stando a quanto riferisce Ivano Mortola, della Fiom Cgil di Genova. “L’azienda attraversa una fase di difficoltà legata sia alla logistica sia al mercato, ma se ci fosse stata la volontà si potevano trovare soluzioni”, spiega l’esponente sindacale. E continua: “Ci sono adesso 75 giorni di tempo per provare a trovare un accordo, ma è chiaro che per noi l’unica intesa possibile è quella mantenimento del sito produttivo a Genova”.

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