Accordo raggiunto tra Lega e M5S su Savona alla Presidenza della Consob, con Minenna alla Segreteria Generale. I dubbi sull’incompatibilità dell’attuale Ministro per gli Affari Europei
La Tav e la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Tribunale dei Ministri di Catania nei confronti del Ministro dell’Interno Salvini mettono a dura prova l’alleanza di governo. Ma almeno su un alto nodo, la nomina del Presidente della Consob, la Lega e il movimento pentastellato hanno raggiunto un’intesa. L’accordo è stato trovato sulla base del ticket Paolo Savona alla Presidenza e Marcello Minenna alla Segreteria Generale dell’Autorità di controllo sulle società quotate in Borsa. Savona succederebbe così a Mario Nava, dimessosi lo scorso settembre. La nomina di Savona, attuale ministro per gli Affari Europei, dovrà passare al vaglio definitivo del Presidente della Repubblica Mattarella dopo il via libera del Consiglio dei Ministri, convocato per le 12.00.
Consob, accordo nel governo sul nome di Savona. Il nodo dell’incompatibilità
Insorge il Pd che attraverso la senatrice Malpezzi si oppone alla nomina di Savona per la sua incompatibilità. La senatrice Pd allude alla legge Frattini del 2004 sul conflitto di interessi. Ai sensi di tale legge l‘incompatibilità tra una carica di governo con altri incarichi in enti di diritto pubblico dura un anno. Ostacolo che può essere dribblato in virtù del parere reso dall‘Avvocato Andrea Zoppini su un caso analogo, nomina dell’ex Ministro De Vincenti all’Autorità per l’Energia. Parere che fu positivo in quanto l’Autorità per l’Energia si poteva ritenere “un’amministrazione dello Stato” e non un “ente pubblico” in senso stretto. Altro scoglio normativo è la legge Madia che vieta ai pensionati di assumere incarichi direttivi in enti pubblici per più di un anno. Il mandato alla Consob, invece, dura 7 anni. Tuttavia in ragione di una particolare interpretazione la legge Madia non si applicherebbe agli incarichi conferiti da organi costituzionali. Ed il decreto di nomina di Savona deve essere firmato da Mattarella che è, appunto, un organo costituzionale.