Secondo l’analisi dell’Unione europea delle cooperative, UECOOP, le cooperative in Italia perdono quasi tremila posti di lavoro con un calo dello 0,2%. Le imprese cooperative diminuiscono dell’1,1% fino a 80.187 realtà contro le oltre 81mila del periodo precedente
L’incerta situazione economica in Italia frena anche le cooperative, secondo l’analisi di UECOOP.
Le cooperative, in controtendenza rispetto alla media degli ultimi anni nel 2018, perdono quasi tremila posti di lavoro con un calo dello 0,2% pur continuando a occupare oltre un milione e 278mila persone a livello nazionale di cui il 95% assunte in modo stabile.
Questo, è quanto emerge dall’analisi dell’Unione europea delle cooperative su dati Camera di commercio di Milano Lodi e Monza in relazione agli ultimi dati Istat.
I dati, nell’ultimo trimestre del 2018 registrano una contrazione del Pil dello 0,2% e l’Italia entra dunque ufficialmente in recessione tecnica.
Lo stallo dell’economia nella seconda metà dell’anno – sottolinea UECOOP – si è fatto sentire anche sul numero delle imprese cooperative diminuite dell’1,1% fino a 80.187 realtà contro le oltre 81mila del periodo precedente.
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UECOOP spiega che la situazione ha pesato sulla tradizionale capacità delle coop di creare posti di lavoro in quasi ogni settore produttivo.
Si va dalla logistica alla gestione dei rifiuti, dall’agricoltura all’abbigliamento, dall’informatica all’edilizia, dai trasporti alla vigilanza.
Ci sono regioni – evidenzia UECOOP – che hanno resistito meglio alla pressione sull’occupazione.
Il Veneto +3,8%, il Friuli Venezia Giulia +3,3%, la Puglia +2,7%, la Sicilia +1,9%, Campania e Abruzzo +1,4%, Sardegna e Molise +1,2%.
Altre meno, come il Lazio -5%, il Piemonte -2,4%, le Marche -2,3%, Trentino e Umbria -1,4%. Sostanzialmente stabili le altre regioni d’Italia: Lombardia ed Emilia invariate, mentre la Calabria -0,2%, la Toscana -0,4%, la Liguria -0,6% e la Valle d’Aosta +0,4%.
I lavoratori delle cooperative – continua UECOOP – si concentrano fra i 30 e i 49 anni (58,5%), il 13,1% ha un’età compresa tra 15 e 29 anni e più di un quarto ha oltre 50 anni. Un addetto su 2 è donna mentre circa il 66% ha un diploma di scuola secondaria e più del 15% è laureato.
Gli operai sono il 64,8% del totale, gli impiegati il 30,8%, e poi quadri, apprendisti e dirigenti, secondo l’Istat.
L’edilizia è fra i settori più colpiti dal punto di vista occupazionale con oltre 400mila posti persi negli ultimi dieci anni dalla grande crisi del 2008 a oggi.
Quello della sanità e dell’assistenza sociale è invece il settore – conclude Uecoop – con oltre 355mila addetti per 7 milioni di pazienti, resiste meglio alla crisi generando il 21,6% del valore aggiunto del mondo cooperativo secondo l’Istat.
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