Il revisionismo della strage di Erba torna alla ribalta grazie all’inchiesta di “Le Iene”. Olindo Romano e Rosa Bazzi tornano, condannati all’ergastolo per quadruplice omicidio, potrebbero essere innocenti?
Lo speciale di “Le Iene” porta alla ribalta il revisionismo della strage di Erba, secondo il quale Olindo Romando e Rosa Bazzi potrebbero essere innocenti. I coniugi di Erba, in provincia di Como, al momento scontano l’ergastolo per aver compiuto un quadruplice omicidio, tra i più efferati della cronaca italiana. A perdere la vita furono Raffaella Castagna, sua madre Paola Galli, il figlioletto Youssef Marzouk e la vicina Valeria Cherubini. Nella furia fu colpito anche un altro vicino, Mario Frigerio, che però riuscì a salvarsi perché creduto morto dagli assalitori. La vicende investigative e giudiziarie furono particolarmente turbolente, fino a quando la Suprema Cassazione di Roma pronunciò la sentenza definitiva. Da quel momento Olindo e Rosa finirono in carcere per aver commesso il crimine, col movente degli esacerbati cattivi rapporti di vicinato, in particolare con Raffaella Castagna.
Inizialmente si pensò a una rapina finita male, ma diversi indizi dirottarono l’attenzione degli inquirenti sul padre del piccolo Youssef, Azouz Marzouk, tunisino. Ben presto fu chiaro però che, nonostante il comportamento sopra le righe dell’uomo, le accuse a suo carico non sussistevano. A quel punto emersero i nomi di Olindo Romano e Rosa Bazzi, giudicati oggi gli unici responsabili ed esecutori del delitto.
La televisione riporta a galla la tesi revisionista della strage di Erba, che vedrebbe Olindo Romano e Rosa Bazzi innocenti nonostante la condanna all’ergastolo che, attualmente, stanno scontando. Questa volta i sospetti provengono da “Le Iene”, che hanno trattato la questione con uno speciale in prima serata. Considerata una risposta all’inchiesta di Franca Leosini su Rai 3 che aveva smontato il revisionismo della strage di Erba, la produzione ha sollevato diversi dubbi. Sotto i riflettori soprattutto i Carabinieri di Erba, con i loro errori nella conduzione delle indagini. Con sottili (ma non troppo) allusioni alla possibile contaminazione delle prove, l’inchiesta è giunta ad ascoltare il testimone Chemcoum Ben Brahim. Costui avrebbe visto, quella notte, un gruppo di persone allontanarsi dalla casa di via Diaz, e tra queste avrebbe riconosciuto Pietro Castagna, padre della vittima Raffaella. Il fatto che Azouz Marzouk sembri credere a questa tesi, certo tira acqua alla narrazione di “Le Iene”.
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