L’Unione Europea sembra voler rovinare i piani del Primo Ministro Theresa May, decidendo di non rinegoziare l’accordo sulla Brexit, soprattutto per salvaguardare il “backstop”
Si discute molto in queste ore della Brexit, con l’Unione Europa che non sembrerebbe disposta a rinegoziare l’accordo, a dispetto di quanto vorrebbe Theresa May.
Martedì sera, il Parlamento britannico ha votato una serie di emendamenti sulla Brexit.
Il voto arriva dopo aver bocciato, in precedenza e a larghissima maggioranza, l’accordo trovato tra il governo di Theresa May e i negoziatori europei.
Il Parlamento, che sulla Brexit è profondamente diviso, si è trovato d’accordo su due punti.
Il governo dovrà anzitutto fare tutto il possibile per evitare il “no deal”, vale a dire l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea senza accordo.
In secondo luogo, si dovrà rinegoziare il “backstop“, il meccanismo inserito nell’accordo tra May e UE per evitare la creazione di un “confine rigido” tra Irlanda e Irlanda del Nord.
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Brexit, l’UE boccia i piani della May: l’accordo non sarà rinegoziato: cosa prevede il “backstop”
Il “backstop” è un accordo frutto di lunghe contrattazioni e viene considerato “non rinegoziabile” dall’Unione Europea.
Lo dicono da settimane tutti i leader europei, con poche eccezioni, e lo hanno ribadito martedì sera il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Se l’UE non accettasse di rinegoziare l’accordo e il Parlamento britannico restasse fermo sulle sue posizioni, quindi continuando a rifiutare l’intesa raggiunta tra May e UE, aumenterebbero le possibilità di arrivare al 29 marzo, data fissata per Brexit, senza alcun accordo, concretizzando il temuto scenario “no deal”.
L’accordo stabilisce che dopo il 29 marzo Regno Unito e UE entrino in un periodo di transizione di due anni (prolungabile), durante il quale saranno in vigore le attuali regole europee.
Durante questo periodo, le due parti negozieranno nuovi trattati per regolare i loro rapporti post-Brexit.
Una delle priorità dei futuri trattati dovrà essere quella di evitare la creazione di un “confine rigido” tra Irlanda e Irlanda del Nord.
Quest’ultimo, dopo la Brexit, diventerà anche il confine tra Regno Unito e Unione Europea.
Nell’accordo quindi è inserito il “backstop”, un meccanismo di emergenza che si attiverà solo se, alla fine del periodo di transizione, le due parti non saranno riuscite a trovare un accordo che garantisca un confine permeabile tra Irlanda e Irlanda del Nord.
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