Per la procura generale di Milano Fabrizio Corona deve tornare in carcere. Secondo i magistrati, Corona avrebbe violato più volte il programma terapeutico che è tenuto a seguire
La procura generale di Milano ha chiesto che Fabrizio Corona torni in carcere.
Secondo i magistrati infatti, “il re dei paparazzi” avrebbe violato più volte il programma terapeutico che è tenuto a seguire da quando è tornato in libertà a febbraio.
Tra le motivazioni della richiesta avanzata dall‘avvocato generale Nunzia Gatto c’è anche la disavventura capitata al 44enne catanese lo scorso 10 dicembre.
In quell’occasione, Fabrizio Corona si recò nel cosiddetto “Boschetto della droga” di Rogoredo, alla periferia di Milano.
L’intento era realizzare un servizio televisivo sullo spaccio di droga per la trasmissione “Non è l’arena” di Massimo Giletti.
In quella circostanza Corona venne aggredito da alcuni pusher e dovette ricorrere alle cure del personale di un’ambulanza, anche se rifiutò il ricovero in ospedale. Per la procura generale questa rappresenterebbe solo una delle violazioni commesse rispetto al programma terapeutico che il suddetto è tenuto a seguire.
Corona, sebbene scarcerato a febbraio dello scorso anno, è in affidamento terapeutico per disintossicarsi dalla cocaina e non può frequentare tossicodipendenti.
Invece, in quella circostanza, secondo la procura generale avrebbe agito come un “agente provocatore” fingendo di comprare della droga e istigando a delinquere.
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L’avvocato generale Gatto ha avanzato una doppia richiesta.
La revoca del programma terapeutico anzitutto, che sarà esaminata dalla Cassazione.
In secondo luogo, proprio in attesa della pronuncia della Suprema corte, la richiesta di sospendere provvisoriamente l’affidamento terapeutico. Quest’ultimo, divenuto definitivo dopo l’ordinanza delle scorse settimane da parte del Tribunale di Sorveglianza.
La ‘guerra’ di lunga data tra Corona e la procura generale, finora, è sempre andata a favore del primo.
Una prima richiesta di sospendere l’affidamento terapeutico di Corona era arrivata a giugno dello scorso anno.
I giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano avevano però chiesto più tempo rimandando la decisione a novembre. In quella occasione, l’avvocato generale aveva elencato le violazioni commesse da Corona.
Anzitutto, la partecipazione a Roma dove si era recato senza permesso al Grande Fratello Vip e la rissa televisiva con Ilary Blasi.
Poi, i numerosi spostamenti in tutta Italia e i rientri fuori orario rispetto al permesso di spostarsi liberamente nella sola Lombardia con l’obbligo di rientrare entro le 23.30.
I giudici avevano respinto la richiesta della procura generale facendo diventare definitivo l’affidamento terapeutico per Corona.
Tuttavia la procura generale non si è arresa e ha presentato ricorso in Cassazione, oltre a presentare la richiesta di sospensiva.
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