Giornata della memoria, neonazisti cercano di entrare ad Auschwitz

Giornata della memoria, neonazisti cercano di entrare ad Auschwitz
Auschwitz (Ian Rutherford, Flickr)

Nella Giornata della memoria, un gruppo di neonazisti capeggiati dall’attivista Piotr Rybak, hanno provato a fare irruzione nel campo di concentramento e sterminio nazista di Auschwitz per protestare contro la memoria “a senso unico”.

Un gruppo di neonazisti, ha provato ad entrare nel campo di Auschwitz durante la giornata della memoria per protesta.

Per i militanti di estrema destra, sotto accusa c’è la memoria a “senso unico“.

Nel mirino del gruppo di neonazisti le annuali celebrazioni che “ricordano solo gli ebrei e non le migliaia di vittime polacche. I nostri padri e le nostre madri, morti per la libertà della patria“.

Il gruppo, circa cinquanta persone, ha innalzato le bandiere della Polonia e srotolato due striscioni: sul primo lo stemma nazionale polacco, sul secondo la frase “Auschwitz-Birkenau – Made in Germany”.

Dapprima, un comizio improvvisato da parte di Piotr Rybak, il loro leader tristemente famoso per aver bruciato in passato un fantoccio che rappresentava un ebreo.

In un secondo momento il gruppo ha tentato di fare irruzione nell’ex campo di sterminio.

Giornata della memoria, neonazisti cercano di entrare ad Auschwitz

Secondo i media locali, il gruppo è giunto da Breslavia. La polizia ha impedito al gruppo l’ingresso al Museo separandolo anche dai contro-manifestanti giunti con lo striscione “Stop al fascismo”.
La cerimonia di ex prigionieri di Auschwitz è andata comunque avanti all’interno nell’ex campo di sterminio nazista.
I sopravvissuti hanno deposto dei fiori e indossato sciarpe a righe che ricordano le uniformi da detenuti, alcune con una lettera rossa ‘P’, il simbolo che i nazisti usavano per segnalare i prigionieri polacchi.
Prevista più tardi un’altra cerimonia nei pressi delle rovine delle camere a gas per ricordare 1,1 milioni di persone che vi sono state uccise e tutte le vittime dell’Olocausto.
Il campo fu liberato dalle forze sovietiche il 27 gennaio 1945.
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