Direttamente dalla Lactalis arriva la notizia di una riorganizzazione globale. La Parmalat subirà uno smantellamento in 9 divisioni, tutte sotto la gestione di manager francesi
Lactalis ha manifestato l’intenzione di riorganizzare la gestione di Parmalat, suddividendola in 9 divisioni sotto la guida di manager francesi. Quella che fu un’impresa leader del settore caseario in Italia assiste dunque all’ennesimo “effetto pac-man” aziendale. Infatti Lactalis, che detiene il 97% delle quote di Parmalat, ora intraprende un piano destinato a cambiare il volto dell’azienda di Collecchio.
Stando alle nuove disposizioni, sarà Laval, una cittadina nel nord-ovest della Francia, il nuovo quartier generale di Parmalat, che cederà del tutto la sua autonomia. Per la sede di Collecchio, nata nel 1961, non ci sarà più posto. L’Italia, dopo aver perso il marchio Parmalat, perde anche la sede della ditta. Le 9 divisioni previste dal piano passeranno sotto la gestione di manager francesi.
Smantellamento Parmalat: i rischi
Le preoccupazioni sono molte per lo smantellamento di Parmalat: Lactalis provvederà a dividerla in 9 tronconi, affidati alla gestione di manager francesi. I sindacati, oltre ad essere preoccupati per la tenuta occupazionale dell’azienda, si interrogano su altri rischi. Anzitutto si teme che il piano industriale di Lactalis sia incompatibile con il mercato italiano, in cui i marchi locali e radicati sul territorio, con la filiera corta, hanno un forte potere commerciale. Dunque la gestione da Laval potrebbe causare “un altro grave danno all’economia agricola e agroalimentare nazionale”, stando a quanto afferma Franco Verrascina, presidente della Copagri- Confederazione Produttori Agricoli.
I sindacati dichiarano: “Per il prossimo 1 febbraio è stato convocato il Coordinamento nazionale delle Rsu, con il quale ci confronteremo su proposte alternative a quelle ventilate da Lactalis”. A parlare sono Gigi Bramaschi di Fai Cisl e Valentino Rottigni di Flai Cgil Bergamo.Oggi la Parmalat, leader mondiale per produzione e distribuzione di prodotti caseari e di bevande alla frutta, potrebbe lasciare l’Italia per trasferirsi nella vicina Francia. Una perdita sicuramente non trascurabile.