Oggi Matteo Salvini era in visita al quirinale per la commemorazione di Mattarella sulla Giornata della Memoria. Ad accoglierlo, un corazziere di colore, le cui foto sono schizzate immediatamente sui social
Sembrerebbe un ironico scherzo del fato: un corazziere di colore ha accolto Salvini, che si è recato al Quirinale per il discorso di Mattarella sulla Giornata della Memoria. Quel che in molti altri Paesi sarebbe un dettaglio trascurabili, nell’Italia del governo gialloverde. Fa infatti sorridere (e chiacchierare) l’idea che il più estremo degli anti-migranti sia salito al Colle scortato da un corazziere di colore. Costui, tuttavia, non è un personaggio sconosciuto, già altre volte le foto lo avevano immortalato in servizio al Quirinale. A solleticare l’attenzione dei media, infatti, sarebbero stati alcuni commenti da parte dei presenti. “La persona giusta al posto giusto“, avrebbe affermato qualcuno, alludendo alla presenza del corazziere. Di qui, le fantasticherie da social network che avrebbero riconosciuto, nel fatto, lo zampino del Presidente della Repubblica Giorgio Mattarella, che avrebbe scelto ah hoc il ragazzo di colore. L’ipotesi è, chiaramente, abbastanza fumosa.
Corazziere di colore: la commemorazione della Giornata della Memoria al Quirinale
Grande attenzione social oggi per il corazziere di colore che ha scortato Salvini al Quirinale. Il ministro era in visita al Colle per le parole di Mattarella sulla Giornata della Memoria. L’incontro, molto probabilmente fortuito, tra il corazziere e il ministro leghista è attirato l’attenzione dei presenti anche per le tematiche affrontate dal Presidente della Repubblica durante la commemorazione.
Ricordando le vittime di persecuzioni e segregazioni di stampo nazifascista, infatti, Mattarella ha messo in guardia gli ascoltatori sulla minaccia razzista dei nostri giorni. Ha dunque affermato che “quel male alberga nascosto, come un virus micidiale, nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte di ideologie, nel buio accecante degli stereotipi e dei pregiudizi”. Già queste parole basterebbero a strizzare l’occhio al “Prima gli italiani” della narrazione salviniana. Ha poi aggiunto: “quando il benessere dei popoli o gli interessi delle maggioranze, si fanno coincidere con la negazione del diverso, dimenticando che ciascuna persona è diversa da ogni altra, la storia spalanca le porte alle più immani tragedie”. Un discorso generico, sì, ma particolarmente vibrante.
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