L’ex premier Prodi parla durante un evento a Bruxelles e non risparmia critiche al centrosinistra di cui il Pd fa parte: “Il problema è di avere un’idea, una prospettiva, che è quello che manca oggi”
Romano Prodi, l’ex Premier, durante un evento a Bruxelles compie delle riflessioni sullo stato del centrosinistra, e quindi, almeno in parte, anche del PD.
È un fiume in piena Prodi, che decide di toccare vari argomenti e non risparmiare critiche, lanciando un vero e proprio atto d’accusa.
Sulla domanda inerente alla possibilità che la sinistra si riprenda, premette: “In politica i cambiamenti avvengono spesso anche molto più veloci di quanto si crede. Io non avevo mai pensato di vincere le elezioni, abbiamo organizzato tutto in un anno ed è andata bene”.
Tuttavia, poi Prodi emette un giudizio: “Il problema è di avere un’idea, una prospettiva, che è quello che manca oggi”.
Rispondendo a proposito dell’assenza di un leader, cita Arturo Parisi: “La politica non si fa col che ma con il chi”.
Pd, Prodi al centrosinistra: il suo, un giudizio inesorabile
Insomma, per Romano Prodi, ‘padre’ dell’Ulivo e figura politica di riferimento del centrosinistra italiano, al mondo progressista non mancano solo prospettive e idee, ma anche un leader credibile.
Il verdetto finale che emette è alquanto inesorabile: “Abbiamo un’opposizione, non un’alternativa. Perché un’alternativa vuol dire un numero che possa visibilmente sostituire nel breve termine” la maggioranza formata da Lega e M5S.
A proposito delle tante turbolenze interne all’alleanza gialloverde e tra i due vicepremier, Luigi di Maio e Matteo Salvini, Prodi afferma: “Ci sarà un cambiamento solo se ci sarà una lotta intestina alla maggioranza. Il che non è impossibile, ma non è facile, perché il potere è un grande collante, il miglior collante del mondo”.
Intanto arrivano i primi dati ufficiali sul voto dei circoli Pd.
I risultati parziali di ogni candidato sono nell’ordine: Zingaretti 48,5%, Martina 35,1%, Giachetti 12,8%, Boccia 2.3%, Saladino 0,67% Corallo 0,63%. Ma c’è stato un netto calo della partecipazione al voto, da parte degli iscritti: il partito scende per la prima volta sotto la soglia psicologica dei 100mila iscritti votanti al congresso.
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