La cocaina presente nel Tamigi, in quantità troppo elevate, potrebbe far impazzire le anguille. A scoprirlo è un’analisi condotta da una stazione di monitoraggio vicino alle Camere del Parlamento inglese
Troppa cocaina nel Tamigi: questo il dato preoccupante che farebbe impazzire le anguille nel fiume londinese. Già da adesso, l’elevato livello dello stupefacente nelle acque fluviali avrebbe causato un mutamento comportamentale nei pesci, più iperattivi. La presenza delle anguille nel Tamigi, ormai minima perché in via di estinzione, si concentra nello spostamento degli animali nelle sue acque, da aprile a ottobre. Tuttavia la regolarità delle abitudini delle anguille potrebbe subire dei cambiamenti: la cocaina nel fiume, infatti, rende il loro comportamento imprevedibile. È solo l’ultimo dei danni originati dalle abitudini inquinanti: solo qualche giorno fa, a Ischia, migliaia di gamberetti morti sono arrivati lungo le spiagge.
Anguille nel Tamigi a rischio: la cocaina
Sono a rischio le anguille he percorrono annualmente il Tamigi, a causa dell’elevato livello di cocaina riscontrato nelle acque del fiume. La sostanza stupefacente raggiunge il Tamigi attraverso l’urina dei cittadini di Londra, immessa attraverso il sistema fognario. Non è raro, infatti, imbattersi in percentuali di cocaina nelle falde acquifere di tutto il mondo. Gli acquazzoni ripetuti nella capitale inglese hanno causato uno straripamento delle fogne, con conseguente aumento dei livello di cocaina nell’acqua. Di qui le preoccupazioni degli esperti circa lo stato di salute delle anguille, già in parte compromesso.
La cocaina non cessa di provocare danni, a Londra. Solo in 7 anni, il consumo di questa sostanza risulta quadruplicato, e anche le morti per overdose sono aumentate. Resta però l’amaro in bocca per le anguille del Tamigi, vittime inconsapevoli delle dipendenze umane dalle droghe.
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