Il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio aveva rivolto pesanti accuse alla Francia, parlando di una presunta “moneta coloniale”. La risposta Parigi è stata quella di convocare l’ambasciatrice italiana
La Francia ha convocato l’ambasciatrice italiana, in seguito alle accuse che Di Maio ha mosso contro una “moneta coloniale” usata impropriamente dal governo di Parigi. La dichiarazione del vicepremier è stata chiara, rimbalzata sui media e i social: la Francia stamperebbe una “moneta coloniale” in 14 Paesi africani. Questa servirebbe a Parigi per pagare una percentuale della ricchezza nazionale, nonché una parte del deficit francese. Le illazioni di Di Maio, considerate audaci da alcuni, imprudenti da altri, si inseriscono nella dibattutissima questione migranti. Secondo il ministro, infatti, “Per far restare gli africani in Africa basta che i francesi se ne stiano a casa loro invece che andare a colonizzare”. Ha quindi continuato affermando: “D’ora in poi tutti quelli che salveremo nel Mediterraneo li porteremo a Marsiglia, fino a quando non la smetteranno di stampare a Lione una moneta per gli africani sopprimendo la possibilità di sviluppo economico e benessere di quelle popolazioni”.
Accuse molto pesanti, che mettono a rischio i rapporti già tesi tra Roma e Parigi. Dalla Francia è giunta la reazione, culminata con la convocazione dell’ambasciatrice italiana a Parigi, Teresa Castaldo. A convocarla presso il ministero degli Esteri è stata Nathalie Loiseau, capo di gabinetto del ministro incaricato degli Affari Europei. Il ministero francese ha lamentato la nature delle accuse “inaccettabili e inutili fatte ieri dalle autorità italiane”.
In seguito all’accusa di uso improprio della “moneta coloniale” da parte di Di Maio, la Francia ha convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi. In poche ore il franco CFA (Franco delle colonie francesi d’Africa) è diventato la moneta della discordia. Nella serata di ieri anche Alessandro Di Battista, ospite a “Che tempo che fa”, ne ha parlato. Secondo il pentastellato, la moneta costituirebbe una sorta di controllo geopolitico dell’ex area delle colonie francesi in Africa da parte di Parigi. “Finché non si strapperà questa banconota, che è una manetta, le persone continueranno a scappare, a morire in mare e a trovarsi altre rotte”, queste le sue parole, mentre strappava in mille pezzi un franco CFA. La questione, dunque, ha tutta l’aria di essere uno strumento utile al governo per alleggerirsi sulla questione migranti, a discapito del dialogo con Parigi.
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