Il 21 gennaio 2019 la premier del Regno Unito Theresa May ha presentato il “piano B” per la Brexit dopo la bocciatura del 15 gennaio
Theresa May, leader del Partito conservatore e Primo ministro del Regno Unito, ha presentato oggi, 21 gennaio 2019, il “piano B” per la Brexit.
La May, a seguito del No della Camera dei comuni all’accordo con l’Ue, ha rilasciato di fronte ai deputati “una dichiarazione” sui prossimi passi del governo nel percorso di uscita dall’Ue.
Il “piano B” risulta essere del tutto simile al piano precedente e presenta in realtà una sola vera novità. L’aspetto innovativo riguarda l’introduzione, nel team di negoziatori, di figure nuove che vanno dal mondo della finanza alla società civile.
Nel corso del discorso, la premier ha rassicurato i cittadini europei presenti nel Regno Unito, affermando che la tassa per restare nel paese sarà annullata.
La mozione presentata dalla premier dovrebbe essere discussa il 29 gennaio per un’intera giornata dai parlamentari riuniti.
Tuttavia, il Parlamento britannico ha fatto sapere che un secondo voto vincolante sul nuovo accordo per la Brexit non si terrà “prima di febbraio”.
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Brexit, la premier del Regno Unito Theresa May presenta il “piano B”. Escluso un secondo referendum
Durante il discorso tenuto dalla premier, a proposito della Brexit, il Primo ministro del Regno Unito Theresa May ha anche escluso la possibilità di un secondo referendum.
Inoltre, ha ribadito che non ha intenzione di annullare l’articolo 50 né di prolungare ulteriormente i negoziati.
L’articolo 50 metterebbe fine alla Brexit facendo restare Londra nell’Ue.
“Abbiamo ascoltato i leader dei diversi schieramenti – ha affermato la May – e mi dispiace che l’opposizione non abbia preso parte ai colloqui”.
“Dobbiamo approvare un accordo con Bruxelles, questo è l’obiettivo che stiamo cercando di raggiungere per evitare che Londra lasci l’Ue senza un accordo”, ha proseguito la premier.
“Ho già espresso le mie perplessità – ha spiegato – su un secondo referendum perché sarebbe un pericoloso precedente e secondo me non c’è una maggioranza nell’emiciclo per sostenere questa opzione”.
“Il governo deve rivedere il proprio mandato con il parlamento per i negoziati con Bruxelles ed eviteremo lunghi dibattiti prima della ratifica del nuovo accordo. Noi negozieremo nel rispetto degli interessi del popolo britannico e farò in modo di coinvolgere anche i rappresentati locali, oltre a sindacati, aziende e società civile”, ha concluso Theresa May.
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