Una deflagrazione stamattina, in Siria, ha investito l’arteria che collega la capitale Damasco alla Ghouta Orientale. Ci sono feriti e, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, anche morti. Per la tv statale siriana è un “atto terroristico”
Trump ha annunciato il ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria dal momento che il sedicente Stato Islamico è stato militarmente sconfitto e non costituisce più una minaccia. Eppure in Siria si continua a combattere e purtroppo a morire. Attentati dinamitardi e kamikaze si susseguono a cadenza quasi giornaliera organizzati dalle sacche di resistenza al regime alawita di Bashar El Assad. E’ di appena quattro giorni fa l’attentato kamikaze nella città contesa di Manbij, tra Aleppo e l’Eufrate, che ha mietuto una decina di vittime. Quindi anche stamattina la capitale siriana è stata svegliata dal forte boato di un’esplosione che ha investito una delle sue principali arterie.
Siria, esplosione a Damasco: feriti e morti
La Al-Motahalik al-Janobi, epicentro della deflagrazione, infatti collega Damasco con la Ghouta orientale. Tutte le strade attorno all’area colpita dall’esplosione, nel quartiere di Qazaz, sono state chiuse al traffico. Per la televisione statale siriana, che riferisce di un numero imprecisato di feriti, si tratta di un deliberato atto terroristico. Altre fonti locali precisano che si è trattato dell’esplosione di un’autobomba nei pressi di una postazione militare all’ora di punta. E difatti, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, board indipendente che monitora l’abuso dei diritti umani in Siria con sede a Coventry, si registrano anche dei morti.