Bologna, racket pompe funebri: 30 arresti

 

(tgcom24.it)

Disarticolati dai carabinieri  di Bologna due cartelli che monopolizzavano i servizi funebri nei principali ospedali cittadini. Trenta gli arrestati per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio ed alla corruzione. Coinvolti anche infermieri in servizio presso i suddetti nosocomi

Maxi operazione dei carabinieri del comando provinciale di Bologna. Disarticolati due cartelli di imprese di pompe funebri che controllavano le camere mortuarie dei due principali ospedali cittadini, il Sant’Orsola ed il Maggiore,  riuscendo  ad avere il monopolio nell’aggiudicazione dei servizi funebri. Sono 30 le misure cautelari e 43 le perquisizioni eseguite da 300 militari che  hanno posto sotto sequestro un patrimonio di 13 milioni di euro tra le province di Bologna, Modena, Ferrara, Rimini e Gorizia. Associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio ed alla corruzione la fattispecie di reato ipotizzata della Procura della Repubblica di Bologna, guidata dal Procuratore capo Giuseppe Amato.

Bologna, racket pompe funebri: coinvolti anche infermieri

I due cartelli si dividevano i servizi negli obitori dei due principali nosocomi cittadini monopolizzando l’intero settore grazie alla collaborazione di infermieri infedeli. Secondo le indagini, infatti, gli infermieri  provvedevano a mettere in contatto i familiari dei defunti con i referenti delle agenzie di pompe funebri presentandole come efficienti, economiche e facili da contattare. I suddetti referenti, inoltre, a dispetto della legge, erano presenti negli ospedali pronti a fornire informazioni e indirizzare i nuovi clienti negli uffici per le pratiche burocratiche. Al vertice c’erano i capi dei cartelli delle pompe funebri che decidevano tutto: l’organizzazione delle operazioni, la gestione di una contabilità parallela e l’investimento degli enormi guadagni “in nero”.

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