Napoli, false accuse di terrorismo a migrante: condannati 3 carabinieri

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Mossero delle false accuse di terrorismo nei confronti di un migrante ghanese, pur sapendolo innocente. La sentenza di primo grado ha condannato i tre carabinieri di Giugliano di Napoli

 

Ieri, 10 gennaio, la sentenza di primo grado ha stabilito la condanna a 9 anni di reclusione per i tre carabinieri che, a Giugliano di Napoli, avevano pronunciato false accuse di terrorismo contro un migrante ghanese. Il motivo era piuttosto semplice: Castrese Verde, Amedeo Luongo e Giuseppe D’Aniello miravano a ottenere un encomio nell’ambito della loro carriera da carabinieri. Per farlo montarono un caso di terrorismo fasullo, coinvolgendo il malcapitato Osman Munkail: le accuse furono di detenzione abusiva di armi e terrorismo. I tre accusarono il ghanese di aver ordito anche un progetto di attentato ai danni del centro commerciale Auchan di Giugliano. La Procura di Napoli Nord intraprese un’indagine nei confronti dei “Bastardi della punto nera”, chiamati così dai migranti del territorio. Oggi un primo esito del processo condanna a 9 anni i colpevoli, sui quali pende anche l’accusa di favoreggiamento di una rete di prostituzione.

False accuse di terrorismo: le indagini sui carabinieri

I tre carabinieri di Giugliano di Napoli che accusarono ingiustamente un migrante di terrorismo hanno ricevuto una condanna a 9 anni in primo grado. In precedenza già sospesi dal servizio, i tre si sono macchiati di falso ideologico, calunnia, arresto illegale, ricettazione, danneggiamento e detenzione e porto illegale di armi clandestine. Il processo ha riconosciuto tutte le accuse, lasciando cadere solo quella di rapina. I carabinieri avevano subito ammesso il loro coinvolgimento nelle vicende in questione. A inchiodarli in merito al coinvolgimento negli affari della prostituzione nel giuglianese è stato un tassista abusivo della zona. L’uomo avrebbe appreso alcune informazioni dalle sue clienti, che avrebbero confermato i rapporti con le forze dell’ordine.

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