È ancora scontro tra Francia e Italia mentre la lettera d’apertura di Di Maio ai Gilet gialli pare non aver sortito l’effetto sperato:”Non siamo lo stesso popolo, penso che quella del vostro vicepremier sia un’ingerenza negli affari interni del nostro Paese”
Lo scontro a colpi di dichiarazioni tra Francia e Italia continua mentre la lettera inviata ai Gilet gialli da Di Maio sembra non aver sortito l’effetto sperato.
Il vicepremier aveva infatti scritto al movimento francese esortandoli a non mollare, sottolineando la vicinanza tra i due movimenti, quello a 5 stelle e quello dei gilet jaunes.
Tuttavia la risposta del movimento francese sembra non essere quella attesa.
“No alle ingerenze di Di Maio – ha riferito all’Ansa Jacline Mouraud, l’ex portavoce della cosiddetta ala moderata dei Gilet Gialli – Se devo dirla tutta penso che l’Italia sia l’Italia e la Francia sia la Francia: non siamo lo stesso popolo, penso che quella del vostro vicepremier sia un’ingerenza negli affari interni del nostro Paese”.
Francia, Gilet gialli a Di Maio: “No a ingerenze dell’Italia”; La bocciatura dei “cugini” francesi
L’iniziativa del vicepremier Di Maio sembra aver ricevuto quindi una bocciatura dai gilet gialli, o quanto meno dall’area più moderata del movimento.
“Davvero mi domando come sia possibile che un ministro italiano abbia bisogno di schierarsi contro un presidente di un Paese vicino”, dice Jacline Mouraud riferendosi al presidente Emmanuel Macron.
“È una proposta del tutto inattesa, se non sconveniente”, ha aggiunto.
Jacline ha poi annunciato la creazione di un partito politico, “Les Emergents“, che però non correrà alle elezioni europee di maggio.
“Il nostro è un progetto di lungo termine, non un fuoco di paglia. Ma sentirete parlare di noi”, ha affermato.
Intanto arriva un commento da un fonte dell‘Eliseo che sull’apertura di Di Maio spiega: “In generale ci atteniamo a una regola semplice: non interferire né commentare la politica interna dei Paesi vicini, sia essa buona o cattiva.
Semplicemente cerchiamo di capire. E mi pare che, nel suo messaggio ai gilet gialli, Luigi Di Maio si stesse rivolgendo più a Matteo Salvini o Alessandro Di Battista che al presidente Macron.
La prendiamo come una forma di comunicazione elettorale”, magari in vista del voto Ue.
“Non contate su di noi per sollevare polemiche, non ne vale la pena. Ci atteniamo a una regola e speriamo che sia reciproca: non interferire negli affari interni degli altri Paesi”.