Palazzo Chigi si dichiara disponibile ad incontrare, insieme al Ministro dell’Interno, i sindaci che non intendono applicare il Decreto Sicurezza. Tuttavia precisa che non applicare una legge equivale a violarla
Scende in campo anche Palazzo Chigi nella querelle Salvini-sindaci disobbedienti. Il Presidente del Consiglio Conte, infatti, considera inaccettabili le posizioni dei sindaci che non intendono rispettare alcune disposizioni contenute nel Decreto Sicurezza. E da giurista specifica che l’ordinamento giuridico italiano non affida ai sindaci il sindacato di costituzionalità, per cui disapplicare la legge equivale a violarla. Tuttavia il premier tende la mano ai sindaci, il cui fronte si allarga includendo molti primi cittadini delle principali città. Palazzo Chigi accoglie favorevolmente la richiesta dei sindaci di un incontro per valutare alcune difficoltà interpretative. Intanto Leoluca Orlando, promotore della protesta collettiva, lancia il guanto di sfida a Salvini invitando pubblicamente le anagrafi d’Italia a non applicare il Decreto Sicurezza.
Decreto Sicurezza, Salvini ai sindaci: ” Siete traditori “
Dal suo canto il vicepremier non abbassa i toni della polemica apostrofando i sindaci riottosi come “traditori“. Non solo. In quanto di incapaci di amministrare, sollevano polveroni per nascondere la loro inettitudine, perciò li invita a dimettersi nel caso non intendano applicare un decreto votato dal Parlamento e controfirmato dal Presidente della Repubblica. Un riferimento, quest’ultimo, non gradito al Colle che subito ha preso le distanze evidenziando i vari rilievi segnalati durante il vaglio del decreto sicurezza. Ma chi affila le armi dialettiche, alzando i toni al pari di Salvini, è il sindaco di Napoli De Magistris che accusa il Ministro dell’Interno di violare la Costituzione su cui ha giurato. Secondo il primo cittadino partenopeo, senza residenza non è possibile accedere ai servizi comunali, quindi si viene ghettizzati in base al colore della pelle e questa discriminazione di una specifica categoria di individui è chiaramente vietata dal dettato costituzionale.