Politica, da Orlando a De Magistris: i sindaci contro il decreto sicurezza

Politica, da Orlando a De Magistris: i sindaci contro il decreto sicurezza
Leoluca Orlando, sindaco di Parlemo (Prof. Dr. Andreas Fritsch)

Dopo la scelta di Orlando di sospendere l’applicazione del decreto sicurezza e il botta e risposta con il vicepremier Salvini, arrivano le reazioni della politica con le frasi degli altri sindaci italiani

Sta facendo molto discutere, nella politica italiana, la scelta di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, di “disobbedire” alle misure adottate dal leader leghista sull’immigrazione, sospendendole momentaneamente

In particolare, l’accento del Sindaco rispetto al decreto sicurezza pone sull’impossibilità di iscrizione all’anagrafe con conseguente esclusione quindi da una serie di servizi sociali.

Non si sono fatte attendere le affermazioni di molti altri sindaci italiani dopo la scelta di Leoluca Orlando.

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha spiegato a Repubblica: “Ho schierato la mia città dalla parte dei diritti, noi applichiamo le leggi ordinarie solo se rispettano la Costituzione repubblicana.

È obbedienza alla Carta e non disobbedienza civile. L’iscrizione all’anagrafe – ha proseguito De Magistris – è fondamentale, consente alle persone di avere diritti. Sono in ballo interessi primari della persona: l’assistenza, l’asilo.”

Politica: dopo Orlando e De Magistris la reazione dei sindaci contro il decreto sicurezza

In seguito alla scelta di Orlando e alle parole di De Magistris, si è espresso anche il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà: “Come sindaci avevamo rilevato queste problematiche fin da ottobre e non c’è stata alcuna concertazione e condivisione.

Nella nostra città mai applicheremo norme che vanno contro i principi costituzionali e di accoglienza. A questo punto auspiachiamo che il Viminale voglia incontrare l’Anci”.

Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, si mostra preoccupato al riguardo: “Da subito abbiamo segnalato che questo decreto, per come è scritto, crea solo problemi, difficoltà nell’avere documenti e quindi nell’inserirsi in un percorso regolare, anche per avere un lavoro.

Queste persone ovviamente non scompaiono con il decreto sicurezza, ma restano sul territorio, con difficoltà dal punto di vista del riconoscimento”.

Come il Sindaco di Pescara, anche Dario Nardella, primo cittadino di Firenze si schiera con Orlando: “Firenze non si piegherà al ricatto contenuto nel decreto sicurezza che espelle migranti richiedenti asilo e senza rimpatriarli li getta in mezzo alle strade.

Ci rimboccheremo le maniche perché Firenze è città della legalità e dell’accoglienza, e quindi in modo legale troveremo una soluzione per questi migranti, fino a quando non sarà lo Stato in via definitiva a trovare quella più appropriata”.

 

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