Il Comune è autorizzato ad applicare, per l’accesso alla città lagunare dei non residenti e “con qualsiasi vettore”, un contributo fino a 5 euro. Una tassa di soggiorno per il turismo giornaliero, un biglietto per entrare in città già ribattezzato “tassa di sbarco”
Il biglietto d’ingresso, già definito “tassa di sbarco“, è un’imposta equivalente alla tassa di soggiorno ma indirizzata ai turisti “pendolari”, quelli che arrivano cioè a Venezia in giornata, senza pernottarvi.
La misura, stabilita nella manovra finanziaria, è valida non solo per la Città antica, ma anche per le isole minori delle laguna.
Il turista che si recherà in città per una sola giornata, senza pernottarvi, dovrà quindi pagare.
Nel caso in cui si abbia invece una camera d’albergo prenotata sulla quale già grava una tassazione di 5 euro a notte, il turista non dovrà pagare ulteriori somme.
La misura prevista sarà simile a quella già applicata in altre località turistiche come l’isola d’Elba.
Inserita nel maxi emendamento approvato al Senato, dopo aver ricevuto il via libera dalla Camera dovrà essere poi ratificato dal Consiglio comunale di Venezia.
La “tassa di sbarco” a Venezia, il biglietto per entrarvi, non dovrebbe essere fissa. Questa potrebbe infatti variare, a seconda dei periodi dell’anno, tra i 2,50 e i 5 euro.
Il Comune però ha facoltà di farla salire fino a 10 euro per i turisti “pendolari” in particolari occasioni. In questo senso un pensiero va al famoso Carnevale.
La misura dovrebbe prevedere una “tassa” attraverso il biglietto di trasporto, treno, autobus o nave da crociera. L’azienda privata dovrebbe quindi riscuotere l’importo e versarlo nelle casse comunali.
L’obiettivo, secondo quanto spiegato nel comma 1129 del maxi emendamento alla legge di bilancio, è di “offrire all’amministrazione comunale di Venezia la facoltà di uno strumento dalla duplice finalità: per un verso, potrebbe portare all’incremento del gettito dagli accessi alla città, poiché il contributo di sbarco sarà versato a prescindere dal pernottamento in strutture ricettive; per altro verso, la misura fiscale potrebbe conseguire un effetto selettivo e moderare l’accesso delle cosiddette grandi navi alla zona lagunare.
Inoltre essa, nel far rinvio all’imposta di soggiorno prevista per il solo comune di Roma (Roma Capitale), in materia di concorso dei comuni al rispetto del Patto di stabilita’, eleva a 10 euro l’importo massimo di entrambe le misure”.
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