A San Vittore gli interrogatori dei tre tifosi fermati dopo la morte di Belardinelli. Capo della curva indicato come uno degli organizzatori dell’agguato.
Non sono stati presi provvedimenti nei confronti di Marco Piovella, il capo ultras dell’Inter indicato come l’organizzatore dell’agguato di Via Novara in cui ha perso la vita Daniele Belardinelli. L’uomo potrà quindi lasciare la Questura di Milano, dove si era presentato nel pomeriggio con il suo avvocato Mirko Perlino. A fare il nome del capo ultrà è stato uno dei tre ragazzi arrestati nelle ore successive agli scontri. Il giovane ha deciso di collaborare e sta fornendo agli inquirenti informazioni importanti per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Nel frattempo sono stati interrogati anche gli altri due arrestati. Entrambi hanno ammesso di esser stati presenti agli scontri, ma hanno precisato di non aver avuto contatto con i tifosi napoletani. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e hanno rilasciato dichiarazioni spontanee.
Morte Belardinelli: proseguono le indagini
Durante la giornata di interrogatori, gli inquirenti hanno fatto luce anche su altri dettagli sull’agguato organizzato contro i partenopei. Tra le altre cose, hanno scoperto che bastoni, mazze, spranghe e tutto l’arsenale utilizzato per l’assalto alla carovana dei van dei tifosi napoletani si trovavano già sul posto. Quando gli oltre cento assalitori sono arrivati al punto dell’agguato non hanno dovuto far altro che recuperare le armi dai nascondigli nei quali le avevano precedentemente occultate. Basandosi su queste dichiarazioni, i PM di Milano stanno ora svolgendo ulteriori indagini sugli scontri durante i quali è morto l’ultrà del Varese Daniele Belardinelli. Indagini che adesso puntano a identificare gli altri partecipanti alla rissa e individuare il conducente del Suv che ha travolto il 39enne.