È morto a 79 anni, dopo una lunga malattia, lo scrittore israeliano Amos Oz, giornalista e docente di letteratura ebraica, autore di saggi, come il più recente ‘Cari fanatici’, e romanzi, come ‘Una storia di amore e di tenebra’
Dopo una lunga malattia muore lo scrittore, docente e giornalista israeliano Amos Oz, nato a Gerusalemme il 4 maggio del 1939.
Autore di romanzi come ‘Una storia di amore e di tenebra’, un capolavoro in cui ha narrato insieme la storia della sua famiglia e la vicenda storica della nascita di Israele.
Docente di letteratura ebraica all’Università Ben Gurion del Negev, sostenitore della “soluzione dei due stati” del conflitto arabo-israeliano, grazie ai suoi numerosi romanzi ha ottenuto molti riconoscimenti.
Il premio Bialik (1986), il Prix Femina (Parigi, 1989) e il premio Israele (1998), assegnato nonostante le proteste della destra israeliana, per citarne alcuni.
Tra gli altri riconoscimenti letterari, il Premio Príncipe de Asturias de las Letras e il premio Fondazione Carical Grinzane per la cultura mediterranea nel 2007.
Tra i suoi libri più recenti, i romanzi ‘Finché morte non sopraggiunga‘ e ‘Tocca l’acqua, tocca il vento‘ e il saggio ‘Cari fanatici‘; in quest’ultimo esprimeva la propria posizione opposta a qualsiasi fanatismo, religioso, politico culturale che fosse.
Lo scrittore era a favore di una posizione moderata.
Segnato fin dall’adolescenza dal suicidio della madre, figlio di un padre militante nella destra ebraica, si era ribellato all’atmosfera familiare entrando nel kibbutz Hulda, e cambiando il cognome originario “Klausner” in “Oz“, cioè “forza” in ebraico.
Dopo gli studi in letteratura e filosofia compiuti a Gerusalemme e ad Oxford, negli anni 60 aveva aderito al movimento pacifista “Shalōm ‘akhshāv”.
Oz ha raccontato la storia di Israele, parlando dell’interiorità umana, delle vicende familiari, delle contraddizioni e delle storie di contrasti tra le generazioni.
Il Paese di ieri sicuramente, come nel suo capolavoro ‘Una storia di amore e di tenebra’, in cui racconta la vita quotidiana dalla fine del Mandato britannico ai primi anni dello Stato di Israele, narrando la vicenda della sua famiglia originaria dell’Europa orientale.
L’Israele degli anni Cinquanta e Sessanta, come nel suo secondo romanzo, ‘Michael mio‘ in cui la crescente tensione nel Paese si riflette nel rapporto tra un uomo e una donna.
Il Paese della seconda metà del Novecento preso da tensioni e guerre; nel romanzo ‘Una pace perfetta‘, lo scrittore narra lo scontro generazionale tra i padri e i figli in un kibbutz alla vigilia della Guerra dei Sei giorni del 1967.
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