All’indomani della rivolta del 2011, i Paesi arabi avevano interrotto le relazioni diplomatiche con la Siria; ora, quest’ultima, si appresta a rientrare nella Lega Araba dopo 8 anni dall’esclusione
La riapertura dell’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Damasco, con tanto di cerimonia d’onore, è la prima conseguenza della riammissione della Siria nella Lega Araba dopo 8 anni dall’esclusione.
Ad annunciarlo, l’agenzia russa Ria Novosti citando fonti del ministero dell’Interno.
L’Uae, Paese del Golfo stretto alleato dell’Arabia Saudita, aveva interrotto le sue relazioni diplomatiche con la Siria all’indomani della rivolta scoppiata nel 2011, schierandosi nettamente a fianco dei ribelli dell’opposizione.
Ancora nel 2011, a novembre, la decisione della Lega Araba di sospendere il Paese governato da Bashar al Assad, a causa della repressione brutale perpetrata ai danni dei cittadini siriani.
Secondo quanto raccolto dal “Guardian”, il ritorno di Assad tra i leader del mondo arabo al fianco del principe ereditario saudita Mohammed bin Salam e del generale Abdel Fatah al-Sisi, presidente della Repubblica Egiziana, segnerà la “morte definitiva” della primavera araba.
La prima visita in 8 anni di uno dei leader della Lega Araba, il Presidente del Sudan Omar al Bashir, in Siria, ha rappresentato il momento di svolta della situazione.
A proposito della riammissione del Paese espulso 8 anni fa, Omar al Bashir ha commentato: “Potrà tornare così sulla scena internazionale”.
Le foto dei due leader, che si stringono la mano sul tappeto rosso steso sulla pista dove è atterrato il jet con a bordo il presidente sudanese, sono state pubblicate dai mezzi di informazione filo Assad.
“Pressioni interne alla Lega Araba”, secondo quanto confermato da “fonti diplomatiche” al Guardian, spingono da tempo affinché la Siria sia riammessa nell’alleanza delle nazioni arabe.
Dal fronte opposto però, gli Stati Uniti premono su Riad e Il Cairo per chiedere che la decisione venga presa attraverso un voto dei Paesi membri.
Il piano è chiaro: riavvicinare Assad per allontanarlo quanto più possibile dall’Iran.
Per l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, riabbracciare la Siria è una nuova strategia volta proprio a indebolire l’influenza di Teheran.
Le stime siriane e quelle internazionali raccontano che servono circa 400 miliardi di dollari per ricostruire il Paese devastato da 8 anni di guerra civile.
L’Onu però si rifiuta di contribuire fino a quando Assad non si impegnerà con il processo di pace delle Nazioni Unite.
Secondo quanto sostiene il Guardian, “le tasche di Riyadh sono molto più profonde di quelle di Teheran e di Mosca”.
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