Dopo una maratona notturna l’Aula del Senato vota la fiducia chiesta dal governo sul maxi-emendamento sostitutivo del primo articolo della manovra di bilancio.
Sono poco passate le tre di notte quando l’Aula del Senato ha votato la fiducia al maxi-emendamento sostitutivo dell’art.1 della manovra di bilancio richiesta dal governo. I sì sono stati 167, i no 78, 3 gli astenuti. Una lunga gestazione dovuta ai continui stop and go del governo che ha presentato una seconda nota di variazione, valutata ed approvata dalla Commissione Bilancio, nel primo pomeriggio prima di chiedere, attraverso il ministro per i rapporti con il Parlamento Fraccaro, la fiducia su un testo di fatto sconosciuto ad ogni parlamentare. Inevitabile la bagarre, con le opposizioni che lamentano la compressione dei tempi di discussione della manovra di bilancio per effetto della richiesta di fiducia. Di tutt’altro tenore l’immancabile tweet del vicepremier Matteo Salvini: ” Siamo stanchi ma contenti ” . Il vicepremier sottolinea anche che i provvedimenti cardini di questa manovra, reddito di cittadinanza e superamento della legge Fornero, saranno approvati nei primi giorni dell’incipiente anno.
Manovra, votata la fiducia. Le opposizioni sul piede di guerra
Le opposizioni al momento del voto sono uscite dall’Aula per protesta contro la mancanza di discussione del testo che è stato più volte revisionato tanto da aver ricevuto la bollinatura dalla Ragioneria Generale dello Stato solo nel primo pomeriggio di ieri. Un’accelerazione dei tempi di redazione del testo che, come denuncia il capogruppo del Pd in Senato Andrea Marcucci, conterrebbe errori e refusi. Nondimeno il gruppo del Pd al Senato non alza bandiera bianca preannunciando un ricorso alla Corte Costituzionale per le violazioni delle prerogative, costituzionalmente garantite, del Parlamento di discutere delle misure contenute nel disegno di legge di Bilancio. Per quanto il governo esulti per aver incassato il sì del Senato alla propria manovra, questo è solo il primo step che, comunque, non esorcizza lo spettro dell’esercizio provvisorio. Infatti la convocazione della Camera dei Deputati, per l’esame finale della manovra da approvare entro Capodanno, è slittata al 28 e 29 dicembre.