Arriverà soltanto oggi pomeriggio alla Camera il maxi-emendamento sostitutivo della manovra. ” Siamo in zona Cesarini “, il commento del Premier Conte
Approderà soltanto oggi pomeriggio in aula a Palazzo Madama il maxi-emendamento, che recepisce le modifiche alla manovra di bilancio ed interamente sostitutivo della stessa, su cui il governo gialloverde ha posto la fiducia. Una lotta contro il tempo per approvare la manovra tanto che lo stesso premier ha utilizzato un’espressione fin troppo abusata del gergo calcistico, “siamo in zona Cesarini“, usata dagli appassionati per indicare un gol all’ultimo minuto, per sottolineare quanto i tempi siano contingentati, complici anche le festività natalizie con la conseguente pausa dei lavori parlamentari. Infatti il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico ha nel contempo convocato l’aula di Montecitorio, con all’ordine del giorno la discussione sulla manovra di bilancio, per il 27 dicembre, con possibile prosecuzione della sessione di bilancio venerdì 28 dicembre.
Manovra, Conte: ” L’IVA l’abbiamo ereditata “
L’annuncio, da parte del Premier Conte, dello slittamento dell’approdo alla Camera della manovra di bilancio durante la conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei Ministri dedicato, appunto, alla limatura degli ultimi dettagli dei principali provvedimenti inclusi nello schema da sottoporre al vaglio del Parlamento. Un Premier che, tra l’altro, si è difeso a spada tratta dalle accuse piovute addosso all’esecutivo nelle ultime ore per il difficile varo della manovra di bilancio. Un continuo rinvio che ha spinto sul piede di guerra le opposizioni che parlano di un Parlamento umiliato. All’origine, secondo rumors, vi sarebbe una battaglia tra le due componenti del governo, M5S e Lega, sulle modifiche da apportare ai vari capitoli della manovra, in particolare su pensioni, web tax e pace fiscale. Mentre i tecnici del ministero chiedono più tempo per tradurre in un testo normativo la versione revisionata della manovra di bilancio. Il Premier Conte ha anche respinto al mittente l’accusa di aver inserito nella manovra, per strappare il via libera della Commissione Ue, la clausola di salvaguardia dell’aumento dell’IVA al 26,5% nel 2020 scaricando la responsabilità sui suoi predecessori: ” L’IVA non l’abbiamo inventata noi, l’abbiamo ereditata “