Oggi, 21 dicembre, è il solstizio d’inverno, l’unico giorno del calendario solare in cui la notte dura di più del giorno
Vi siete mai chiesti perchè mai molte civiltà e religioni celebrino con riti e rituali il solstizio d’inverno? Semplicemente in quanto il 21 dicembre, il solstizio d’inverno, è il giorno dell’anno solare con la minore quantità di luce, il giorno in cui, per intenderci, la notte dura di più. Un evento astronomico che, quindi, non poteva lasciare indifferenti antichi popoli che abitualmente scrutavano il cielo per decifrarne i misteri e soprattutto tentare di preconizzare il corso degli eventi. Una data dalla profonda valenza simbolica dal momento che subito dopo il solstizio d’inverno, in cui le ore di buio raggiungono l’acme, progressivamente aumenta la durata delle ore diurne, metafora del trionfo della vita sulla morte, preannuncio di rinascita.
Solstizio d’inverno: le origini mitiche del Natale
Non a caso perfino la data del Natale, il 25 dicembre, secondo autorevoli studiosi, non sarebbe causale visto che coincide con le celebrazioni del Sol Invictus, ossia in onore del sole che sconfigge le tenebre. Anche in questo caso è fin troppo evidente il simbolismo legato alla lieta novella della nascita del Figlio di Dio fattosi uomo proprio per mondare tutta l’umanità dalla lordura del peccato originale, premessa per vedersi garantiti la vita ultraterrena. Oggigiorno questo ancestrale significato sembra essersi perso nel gorgo sfrenato del consumismo che travolge anche le più sacre festività religiose. Ricordiamocene tutti quando tra qualche giorno scarteremo i tanti regali, molti dei quali perderanno subito ai nostri occhi la loro attrattiva, che riceveremo da amici, parenti e perfino colleghi di lavoro. In fin dei conti il modo migliore di festeggiare il Natale sarebbe quello di “scartare” una nuova umanità più attenta agli aspetti fondamentali dell’esistenza che a quelli prettamente materialistici.