Il ministro Trenta manifesta il suo disappunto contro l’emendamento M5S. Questo prevede l’intervento dell’Esercito a Roma per la questione buche
L’Esercito è pronto a intervenire a Roma per la questione buche. Tuttavia il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha espresso tutto il suo disappunto, dichiarando: “Senza un’emergenza io non mando nessuno”. Si fa più che mai seria la condizione del fondo stradale della capitale, tempestato di buche che attentano ogni giorno alla sicurezza degli automobilisti. Per farvi fronte, è intervenuto l’emendamento alla Manovra che il M5S ha presentato in commissione Bilancio al Senato. Il testo stabilirebbe il carattere emergenziale dell’intervento, che giustificherebbe l’intervento dell’Esercito. Il ministro Trenta, però, non ci sta. In mattinata, infatti, ha inveito contro l’azione intrapresa dai grillini, prendendosela in particolare con il Comune di Roma. Per lei, infatti, le buche della capitale non costituirebbero un rischio tale da mobilitare le forze dell’Esercito, che sarebbero chiamate a intervenire solo in caso di una conclamata emergenza. “Da parte nostra massima disponibilità ad aiutare Roma ma, ripeto, i nostri militari sono dei professionisti e se intervengono lo fanno su infrastrutture pericolose per i cittadini, non per qualche buca”: queste le parole di Trenta. Il Ministero, ora, attende dal sindaco Virginia Raggi l’indicazione delle arterie più pericolose su cui intervenire.
Esercito a Roma per le buche: le voci del governo
Le buche sulle strade di Roma hanno richiesto l’intervento dell’Esercito. Non solo il ministro Elisabetta Trenta ha manifestato disappunto, dello stesso avviso sono anche altri membri della compagine leghista del governo. Il sottosegretario Raffaele Volpi, per esempio, ci ha tenuto ad apostrofare il provvedimento con un “le forze armate si chiamano forze armate”. Non è mancato neanche il commento sarcastico di Matteo Salvini: “Magari adesso manderemo gli alpini a pulire i muri dalle scritte”. Di contro Francesco Silvestri, il deputato M5S che ha lavorato a questo emendamento, ha dichiarato che l’Esercito “deve essere in campo non solo per le missioni di pace, ma anche per queste operazioni civili”.