L’imprenditore italiano era accusato di essere il mandante dell’omicidio di un socio d’affari. Il ministro Moavero: “Potrà rientrare presto in Italia”
L’italiano Denis Cavatassi, detenuto in Thailandia dal 2011 e condannato alla pena di morte nel 2016, è stato assolto e potrà tornare presto in Italia. Finisce così una complessa vicenda giudiziaria iniziata nel 2011. L’uomo, originario della provincia di Teramo e trasferitosi in Thailandia 2009, era finito in manette insieme a tre thailandesi. Su di lui, pendeva l’accusa di essere il mandante dell’omicidio del socio d’affari Luciano Butti, ucciso a Phuket in circostanza sospette. Cavatassi gestiva insieme alla vittima un ristorante sull’isola di Phi Phi e vantava crediti nei suoi confronti. Nel 2016 era stato condannato alla pena di morte. Nell’ultimo grado di giudizio, la Corte Suprema thailandese ha però ribaltato la sentenza iniziale ed ha assolto l’imprenditore italiano. “Sono finalmente libero”: queste le prime parole di Cavatassi, come riporta la sorella Romina, raggiunta telefonicamente dall’Ansa.
Thailandia, assolto Denis Cavatassi: “Preso potrà tornare in Italia”
La complessa vicenda di Denis Cavatassi è stata seguita sin dal primo momento dall’Ambasciata d’Italia a Bangkok. Anche il Ministero degli Affari Esteri ha assicurato costante assistenza e interlocuzione con le competenti autorità thailandesi. Ed è stato proprio il Ministro degli Esteri Moavero Milanesi a confermare oggi la notizia dell’assoluzione di Cavatassi: “La buona notizia dell’importante sentenza della Corte Suprema della Thailandia consentirà a Denis Cavatassi, prosciolto questa mattina, di rientrare presto a casa in Italia e riabbracciare i suoi familiari”, ha sottolineato il capo della Farnesina. “Gli italiani in difficoltà all’estero devono sapere che possono sempre contare sull’assistenza e l’aiuto efficace della Farnesina. Nessuno viene lasciato solo, pur nell’inevitabile riserbo che la delicatezza di tante situazioni impone”.