I dati Eurostat 2018 rilevano un aumento dei giovani che vivono ancora i genitori: 66,4% a fronte del 50% in UE. Maschi più mammoni.
L’Italia si conferma tra i primi Paesi dell’Ue per la percentuale di under 35 che vivono ancora con i genitori. Secondo dati pubblicati da Eurostat, nel 2018, la media dei giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora con i genitori è del 66,4%, in risalita rispetto al 65,8% dello scorso anno. La media Ue è del 50%: in Europa, il nostro Paese si colloca al quinto posto dopo Croazia, Slovacchia, Malta e Grecia.
La distanza dal resto dell’Europa aumenta se si considera la fascia tra i 25 e i 34 anni, cioè quella nella quale i giovani dovrebbero aver acquisito piena indipendenza economica. Non in Italia: il 49,3% dei giovani nostrani vive ancora a casa con i genitori, a fronte del 30,6% medio in Ue. I Paesi in cui i più giovani di questa fascia di età vivono fuori di casa sono Danimarca (solo il 3,2% vive ancora coi genitori) e Finlandia (4,7%). Oltre a questi, le percentuali sono basse in Svezia (6%), Olanda (11,4%), Francia (13,5%) e Regno Unito (14,9%).
Dati Eurostat 2018: i maschi sono più mammoni
A lasciare con difficoltà la casa dei genitori sono soprattutto i giovani maschi: tra i 18 e i 34 anni i giovani italiani che dichiarano di vivere a casa con mamma sono il 72,7% del totale (56,2% in Europa a 28) contro il 59,8% delle femmine nella stessa fascia di età (43,5% in Europa). Il divario cresce nella fascia tra i 25 e i 34 anni con il 57,9% dei maschi italiani ancora con i genitori (37,7% la media Ue, 4,3% in Danimarca) a fronte del 40,6% delle femmine (23,5% in Europa, 1,9% in Danimarca). La percentuale è in crescita in Italia soprattutto per gli uomini (dal 57,2% al 57,9%) mentre per le donne l’aumento è di 0,3 punti (dal 40,3% al 40,6%). A trattenere a casa i “mammoni” italiani, sono soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile più elevato in Europa (34,7% nel 2017 per i giovani tra i 15 e i 24 anni di età, fonte Eurostat) e la grande diffusione del lavoro precario, che non favorisce l’indipendenza economica dei giovani.