Durante la notte tra il 9 e il 10 dicembre sono state divelte e portate via 20 pietre d’inciampo commemorative delle vittime del nazi-fascismo a Monti, Roma.
Il vandalismo e l’antisemitismo hanno sferrato un colpo alla città di Roma la scorsa notte, quando qualcuno ha estratto e rubato 20 pietre d’inciampo dedicate alle vittime della Shoah in via Madonna dei Monti. Il gesto è solo l’ultimo di una catena di abusi perpetrati ai danni di queste installazioni.
Già nel gennaio del 2012, in via Santa Maria in Monticelli, un residente rimosse e portò via le piccole installazioni in ottone in memoria delle sorelle Spizzichino. Per sua ammissione, il responsabile dell’abuso non ne sopportava la vista. Pochi mesi dopo la stessa sorte toccò alla pietra d’inciampo dedicata ad Augusto Sperati, falegname trasteverino antifascista deportato a Mauthausen nel ’44. Ancora, la pietra in onore di Don Pietro Pappagallo, un sacerdote che decise di proteggere i perseguitati dal nazi-fascismo nella capitale, fu divelta e rubata nel 2014.
Il furto delle pietre d’inciampo in via Madonna dei Monti a Roma
Questa notte la furia dei trasgressori si è riversata sulle pietre d’inciampo installate per ricordare le famiglie Di Castro e Di Consiglio, trascinate via e deportate dal regime nazi-fascista. La storia ricorda la famiglia Di Castro come una delle più vessate dagli abusi nella capitale. Più di 20 persone, infatti, subirono la deportazione ad Auschwitz o la morte presso le Fosse Ardeatine nei primi anni Quaranta. Nel 2012 la Comunità ebraica di Roma aveva finanziato l’installazione di queste piccole targhe commemorative, dietro commissione della testimone e sopravvissuta Giulia Spizzichino.
In merito a questa vicenda, la sindaca della capitale Virginia Raggi ha fatto pervenire la sua indignazione, dichiarando che “la memoria esige rispetto”.
Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione “Arte e Memoria”, è stata la prima a denunciare la vandalizzazione delle pietre in via Modonna dei Monti. Proprio lei ha fatto sapere che la reazione non tarderà ad arrivare. Sarà, infatti, organizzato un presidio davanti alla casa della famiglia Di Consiglio, per mostrare agli intimidatori che la memoria intende difendersi. Prenderanno parte a questa iniziativa anche l’Unione delle Comunità ebraiche italiane e la Comunità ebraica di Roma.