I dati sull’occupazione giovanile in Italia restano allarmanti: circa il 30% di giovani occupati in meno dal 2011
Secondo gli ultimi dati Censis il trend in negativo dell’occupazione giovanile non è migliorato dall’inizio della crisi, registrando invece altri record al ribasso. Oltre ad essere sempre di meno, i giovani italiani tra i 15-34 anni (appena il 20,8% l’ultimo anno), hanno sempre più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Sono 1 milione e mezzo i posti di lavoro che i giovani italiani hanno perso a partire dal 2007, quasi un terzo del totale. Oltretutto, tra quelli che sono riusciti a trovare un’occupazione, ben 650mila si vedono costretti a part-time non voluti, e sono più di 237mila quelli che vengono sottoccupati, costretti cioè a fare dei lavori che richiedono competenze molto inferiori rispetto a ciò che hanno studiato. La rivoluzione 4.0 è alle porte, e ben più del 90 % dei giovani ormai usa internet quotidianamente, ma soltanto poco più del 10% lo sfrutta per lavorare, fattore ancora più critico considerando i risvolti che l’avvento della robotica porterà con sé su milioni di posti di lavoro.
Occupazione giovanile, i dati del Censis: emigrano sempre più ragazzi
E se le politiche rivolte all’occupazione giovanile devono fare ancora enormi passi avanti, i giovanissimi italiani, principalmente meridionali, cominciano a pensare al loro futuro iniziando ad emigrare al centro- nord già per la scelta degli studi universitari. In particolar modo i giovani provenienti da Puglia , Calabria e Sicilia (poco meno di 100mila persone in totale) hanno deciso di investire nel loro futuro scegliendo atenei del centro-nord, e a beneficiare sono soprattutto regioni come il Lazio (circa + 50mila studenti) , Emilia Romagna (+ 32mila studenti) e Lombardia (circa + 25mila studenti).